Segnali, piastrella valley in frenata
Il Resto del Carlino 30/04/96 pag.MO/3
Finita la congiuntura favorevole si torna alla normalita': molti magazzini sono pieni.
MIAMI (Florida) La crisi? Una parola che nessuno vuole pronunciare, ma che aleggia fra gli imprenditori ceramici presenti numerosissimi alla Serata Italiana nei giardini dell'Hotel Delano, tradizionale festa di chiusura della The International Tile and Stone Exposition di Miami Beach, organizzata da Assopiastrelle, in collaborazione con il Centro Estero Camera di Commercio Emilia Romagna. Il momento e' difficile, ma c'e' consapevolezza di come affrontarlo a differenza, ad esempio, di quanto avvenne per buona parte degli anni '80. La Serata Italiana e' stata l'occasione per il nostro giornale di aprire un forum sul momento congiunturale del settore, le valutazioni sono state diverse, ma tutte con un denominatore comune: non parliamo di crisi. Siamo in una fase di leggera flessione in Europa perche'‚ due mercati, quello tedesco e francese, stanno subendo una forte recessione economica, spiega Antonio Camellini, presidente della Camera di Commercio di Modena.
Sergio Saggi (Emilceramica) allarga a tutta l'Europa le difficoltà' di mercato. Il settore sta attraversando un periodo di incertezza: veniamo da quattro mesi difficili su tutti i mercati europei, ma non vedo nessun tracollo.
Per Angelo Borelli (Ceramica Monocibec) il momento non e' dei piu' facili, ma non parliamo di crisi: sostanzialmente non si riesce a vendere, come si faceva nel '95, l'attuale produzione. Non e' una crisi delle vendite. C'e' una maggiore offerta che ha creato tensioni sui mercati - ribatte Francesco Biagini (Ceramiche Mix). Anche per Alfonso Panzani (Ceramiche Settecento Valtresinaro) nel breve periodo i mercati si sono fermati, la produzione e' cresciuta e quindi non c'e' da meravigliarsi di alcune soste produttive. A riguardo estremamente concreto e' il concetto espresso da Antonio Cuoghi (Ceramiche Edilcuoghi). Occorre rendersi conto che bisogna spegnere qualche forno in attesa di un riequilibrio del mercato. Purtroppo si produce molto di piu' di quello che si vende, quindi....
Sergio Sassi aggiunge: Non c'e' piu' vergogna da parte degli imprenditori ad adottare ridimensionamenti delle attivita' produttive per non gonfiare i magazzini. Inevitabile l'emergere, nel corso della discussione, di alcuni elementi negativi. Chi ha liquidita' puo' farcela. Chi invece ha investito, indebitandosi, in nuove tecnologie che gli garantiscono una maggiore produzione e' chiaro che se sara' costretto a diminuire i metri quadri che dovranno uscire dalla sua azienda e subira' una perdita doppia rispetto alla concorrenza per aggravio di costi. Da qui ha commentato Luciano Valentini (Ceramica Cimone) il ricorso sbagliato alla diminuzione dei listini
prezzi che pare la strada adottata da molti. La riduzione dei prezzi di vendita, puntualizza Francesco Biagini e' il primo elemento negativo che creera' sicuramente dei grossi problemi. Diversificata l'analisi di Antonio Camellini. C'e' una crescita di produzione e alcune aziende, non forti commercialmente, sono andate in crisi ed hanno ritoccato, al ribasso, i prezzi. La conseguenza e' stata di una forte aspettativa del mercato visto che anche i produttori spagnoli sono in una situazione di immagazzinamento peggiore dei loro colleghi italiani. Tutti aspettano prima di acquistare sperando nella concorrenza al ribasso e della micidiale concorrenza nei confronti del prodotto italiano. E Francesco Biagini come presidente della Confartigianato Lapam di Modena, aggiunge un altro aspetto negativo che si sta abbattendo su diverse aziende modenesi. Da mesi stiamo assistendo ad un fenomeno di scarsa serieta' commerciale. Parecchie aziende ceramiche, visto l'attuale momento caratterizzato dalla mancanza di liquidita', rimandano i pagamenti ai loro fornitori mettendo in ginocchio tantissime piccole aziende. E' un aspetto molto preoccupante con pesanti riflessi economiche sull'intero indotto della nostra provincia. Dopo le analisi, ci si chiede, che per far fronte a quella che non si vuole chiamare crisi ma che e' pur sempre una situazione preoccupante. Occorre trovare nuove collocazioni per le ceramiche in questi settori oggi occupati da altri prodotti. Quindi un'azione forte su tutti i mercati in questa direzione, prospetta Angelo Borelli.
torna all'indice