Ricchetti, prima in borsa
Gazzetta di Modena 06/09/96 pag.27
Ceramica, la ditta pilotata da Arletti sta per essere quotata a Piazza Affari
Il presidente: "pionieri per poterci espandere"
Dopo di lei quanti altri? "Probabilmente il nostro esempio sara' seguito da altre industrie del settore. Si', in questi mesi sono stati diversi i gruppi ceramici che ci hanno contattato per fare tesoro della nostra esperienza. Di certo c'e' che per la
Ricchetti essere la prima azienda di piastrelle a quotarsi al listino di Piazza Affari potrebbe essere un vantaggio non indifferente". A svelare questo crescente interesse dei signori della ceramica per lo sbarco in Borsa, proprio nei giorni in cui la Ricchetti annuncia i termine dell'operazione che dal 16 settembre dara' il via al collocamento del 42,5% del proprio capitale, e' lo stesso presidente e amministratore delegato Renzo Arletti. A quarantun anni e' lui il protagonista del rilancio Ricchetti. E' stato lui a pilotare il passaggio dell'azienda dalle mani degli svedesi della United Tiles AB all'industriale Oscar Zannoni, padre del gruppo Cisa Cerdisa e presidente dell'Assopiastrelle. Ed e' lui ad avere, fin dall'inizio. appoggiato la scelta di Zannoni di portare la Ricchetti in Borsa. Due stabilimenti nella Piastrella Valley sassolese, altri tre ubicati rispettivamente in Germania, Finlandia e Svezia, la Ricchetti dal '95 ha messo in atto un importante progetto di ristrutturazione della produzione che ha portato al ridimensionamento del numero degli
addetti, passati da 1100 a circa 900, migliorando la produttivita' degli stabilimenti. Con un fatturato che si e' attestato nell'ultimo esercizio sui 275 miliardi e un utile di 4,1 miliardi. Collocata nella fascia medio-alta di mercato, la produzione e' per l' 85 % rivolta all'estero e il management guidato da Arletti sta dando, in questi mesi, vita,
anche a una profonda ristrutturazione commerciale che, pur in presenza di un mercato stabile e che segna il passo, portera' la Ricchetti a chiudere l'anno con un ritorno sulle vendite di un altro 8,9 % dopo che il primo semestre si e' attestato su un piu' 8,7 %. Dottor Arletti, perche' Piazza Affari, quando altri industriali e altre aziende hanno invece scelto listini stranieri, a iniziare da Wall Street? "Perche' siamo un'azienda italiana, anche se il nostro profilo e la nostra strategia sono quelle di un gruppo sempre piu' Internazionale. Prima di tutto vogliamo fiducia dagli italiani. Anche se sono convinto che il nostro sbarco a Piazza Affari coincidera' con l'interesse di numerosi stranieri". Che ci farete con gli 80 e piu' miliardi frutto della quotazione? "Serviranno per ripianare la situazione finanziaria e in futuro ad acquisire alti marchi commerciali stranieri. Assumere il controllo di strutture produttive povere e favorire la canalizzazione delle produzioni che avvengono gia' all'estero. II nostro obiettivo e' di mantenere i marchi stranieri che occupano gia' posizioni importanti in nicchie dl mercato, ma di essere sempre piu' aggressivi col marchio Ricchetti". Lei ritiene che anche per l'industria ceramica sia arrivato il momento di aprirsi al mercato e che il vostro esempio sara' seguito da altre aziende del settore? "Credo proprio di si'. Lo sbarco della Ricchetti in Borsa puo' essere una svolta per il settore che
gode di profitti e fatturati invidiabili. In questi mesi diversi industriali ci hanno chiesto il perche' di questa scelta e informazioni per eventualmente seguire il nostro esempio. Ritengo che una decina di aziende ceramiche gia' oggi abbiano tutti i numeri per chiedere fiducia al mercato e dare trasparenza alle loro strategie e ai loro bilanci".
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