Piazza Affari lucida le piastrelle

Mondo Economico 16/09/96 pag.48

La quotazione permetterà al gruppo di Sassuolo di ridurre l'indebitamento. Ed espandere la presenza sui mercati esteri.


E la prima azienda del ricco settore delle ceramiche a entrare in Borsa. E per ora la Ricchetti, sede in quel fertile comprensorio delle piastrelle di ceramica nato tutt'attorno a Sassuolo, tra le province di Reggio Emilia e Modena, e' anche l'unica. Con un'offerta pubblica che si svolgera' dal 16 al 18 settembre sotto la regia complessiva dell' Akros, la banca d'affari guidata da Gianmario Roveraro, e della Kleinwort Benson, la merchant bank inglese finita sotto l'egida della Dresdner Bank, il secondo istituto di credito tedesco, sara' collocato sul mercato piu' del 42% del capitale. Grosso modo entreranno nelle casse del gruppo emiliano meno di 30 miliardi di lire che, spiega Renzo Arletti, presidente e amministratore delegato dell'azienda, "serviranno a ridurre l' indebitamento". Arletti, 41 anni, origini emiliane ma cresciuto a Bolzano, e' dall' 87 nel gruppo Ricchetti, a quei tempi ancora in mano a capitali tedeschi. L'azienda, nata a Imola alla fine degli anni 60 ma con un nome diverso, ha infatti una storia complicata. Nel '72 la sede viene trasferita a Sassuolo e l'azienda cambia anche nome, diventando Ceramiche Ricchetti. Poi, nell' 81, il gruppo viene ceduto in fasi
successive dalla famiglia Ricchetti alla societa' tedesca Pegulan Werke. Nel '91 nuovo cambio di proprieta' e ai tedeschi subentra il gruppo svedese United Tiles. Infine, nel dicembre dell' anno scorso, la Ceramiche Ricchetti ritorna, con la collaborazione della Akros e dopo un vasto piano di ristrutturazione, in mani italiane: quelle di Oscar Zannoni. Zannoni e' un imprenditore reggiano baffi e fronte alta, titolare della Industrie ceramiche Cisa - Cerdisa, terzo gruppo del settore alle spalle della Marazzi e dell'Iris. Ed e' un settore che nell'area di Sassuolo ha' la più alta concentrazione di stabilimenti di piastrelle per l'edilizia, oltre 200 aziende con l' 80% della produzione nazionale, che nel '95 ha superato gli 8 mila miliardi di lire di giro d'affari. Ricorda Arletti: "Da una trentina d'anni l'Italia e' ormai il più importante produttore mondiale di ceramica". Da dieci mesi Zannoni, il quale vive e lavora a Reggio ma vanta anche ottime conoscenze a Milano al punto da essere stato nominato in luglio, quasi a sorpresa, presidente proprio della Akros, e' con piu' del 70% il maggior azionista della Ricchetti. Dando, chiarisce Arletti, «totale fiducia al management e mantenendo l'autonomia dell'azienda". II gruppo Ricchetti, in cui l'Akros ha una quota del 22% del capitale, e' uno dei principali produttori di piastrelle in monocottura di pasta rossa e bianca per pavimenti e rivestimenti. Fascia alta del mercato. Con un fatturato consolidato di 274 miliardi e un utile superiore ai 4 miliardi nel '95, realizza ben l'86% delle sue vendite all'estero. E un buon 50% e' ottenuto - ecco un fatto strategicamente importante - attraverso una rete distributiva di proprieta'. Ricchetti ha quote di mercato del 25-30% in Svezia, Finlandia, Norvegia e Danimarca; vende benino anche nel Nord America (il 12% del fatturato '95), dove i suoi prodotti sono distribuiti da una propria societa' commerciale dislocata in Florida; ha di recente consolidato la propria presenza anche in Germania con l'acquisizione di un'azienda che da oltre un secolo produce gres porcellanato. Cinque gli stabilimenti (tre all'estero, in Germania nei pressi di Francoforte, nel Sud della Svezia e nell'estremo sud della Finlandia; due in Italia, a Fiorano, in provincia di Modena, e Modrano, nei dintorni di Bologna) e 900 i dipendenti. Piu' di 400 lavorano in Italia. Nuove acquisizioni. Le risorse fresche che proverranno dal mercato (dopo la quotazione in Borsa, la proprieta' in mano a Zannoni, detenuta attraverso la Fincisa, scenderà al 55%) serviranno per ridurre sensibilmente l'indebitamento, attualmente pari a un ottantina di miliardi. E poi, grazie al cash flow che nel '96 e' previsto attorno ai 25 miliardi, la Ricchetti ha in animo di espandersi ancora all'estero. A partire dal prossimo anno. In che modo? "Attraverso acquisizioni», chiarisce Arletti. Shopping nell'Est europeo, ma anche negli Stati Uniti. Acquisizioni di aziende con attivita' produttive povere, ma con grossi
marchi e quote in nicchie di mercato. Soprattutto con una rete distributiva. Spiega Arletti: «La nostra strategia e' semplice: vogliamo avere i piedi nei mercati di distribuzione dei Paesi piu' importanti, agendo non attraverso i soliti agenti plurimandatari, ma grazie a una solida rete distributiva di proprietà» . E che ruolo giocherà l' Akros nel futuri della Ceramiche Ricchetti? Dopo la quotazione in Borsa, scendera' al 2,5% del capitale. Ma sara' invece Zannoni a esercitare un peso maggiore sulla finanziaria di Roveraro. Almeno cosi si dice: e' lui ad aver quasi convinto la Dresdner Bank a entrare nel capitale della Akros in occasione dell'assemblea straordinaria convocata per giovedi' 12 settembre.



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