Tecnargilla '96, prime nubi

La Gazzetta di Modena 28/09/96 pag.23

Previsto un anno duro per un settore "felice"


E' stata inaugurata ieri mattina a Verona «Tecnargilla 1996», il maggior appuntamento del settore delle macchine per ceramica. Oltre al taglio del nastro con Lorenzo Cagnoni, presidente dell'Ente Fiera di Rimini, organizzatore della kermesse, e Ivanno Ligabue, nuovo presidente Acimac, e' stata presentata la 4a indagine statistica del settore che ha evidenziato i buoni risultati del 1995 ma non ha nascosto le paure per un 1996-97 in clima di preoccupazione.

Il mondo delle macchine per ceramica e per il settore utensile (in questo caso ci occuperemo solo delle prime che per il comprensorio di Sassuolo sono di sicuro piu' interessanti) e' stato florido ma segna il passo. Paolo Gambuli ed Ivanno Ligabue, direttore e presidente di Acimac, lo hanno evidenziato in modo perentorio. L'anno scorso il fatturato del settore
italiano macchine per ceramica ha raggiunto i 3237 miliardi di cui il 34% realizzato in Italia con 1107 miliardi ed il 65,8% all'estero con 2130 miliardi. Ridotto invece in complesso l'export che e' passato dal 71% al 68% nel '93 e '94 per poi arrivare al 65,8% lo scorso anno. «In Italia ci ha premiati la legge Tremonti - ha detto Gambuli - con una crescita del
16% mentre l'estero ci ha dato solo un 4%. L'incremento finale ci porta solo ad un +8,1%. Un dato positivo c'e' per l'occupazione che, forte forse dei programmi che si erano fatti nel Export in contrazione 1994, ha avuto un lieve incremento. Anche il fatturato per addetto, e' cresciuto". Le aree che preoccupano gli industriali italiani in previsione
futura sono soprattutto la Cina (che ha fatto registrare un 46%) e le Americhe che hanno segnato un preoccupante -34 e
32%. Qualche risveglio da parte dell'Africa che ha messo un segno positivo di quasi 18 punti. «La preoccupazione - ha aggiunto Ligabue - e' anche per lo stato di salute e di strategia di alcune aziende. C'e' addirittura una guerra dei prezzi che potrebbe portare a un impoverimento delle aziende in generale, ma anche ad uno scadimento della qualita' dei prodotti. Una grande ripresa forse non ci sara' piu' ma e' importante che tutti facciano uno sforzo»



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