Piastrelle, quale futuro?

Gazzetta di Modena 01/10/96 pag.Speciale Cersaie

II 1996 sembra registrare un cab di :vendite dopo tre anni di successi
Problemi per il rallentamento di molte economie europee


L'industria italiana delle piastrelle di ceramica si presenta all'appuntamento con Cersaie 1996 con qualche
preoccupazione in piu' rispetto all'eccezionale triennio '93/'95 ormai concluso. I numeri del 1995 sono sempre ottimi: la
produzione ha raggiunto il suo record storico, probabilmente ineguagliabile nel prossimo futuro: 562 milioni di metri quadri ( + 10,19% rispetto al 1994). Ne ha venduti 542, quasi tutti. Le esportazioni hanno raggiunto i 362 milioni di metri quadri ( + 11,24%) e il fatturato complessivo e'aumentato del 16,16%, fino a toccare gli 8.471 miliardi di lire. Il 1996 non vede pero' la conferma di questi dati estremamente positivi: gia' dai primi mesi il settore ha cominciato a registrare un rallentamento della produzione ed un'inversione di tendenza per quanto riguarda l'export, in relazione soprattutto al rallentamento delle principali economie. In particolare la Germania, principale mercato per le piastrelle italiane, ha sensibilmente ridotto i suoi investimenti nell'edilizia, dopo il periodo di grande ricostruzione dell'est. Anche Francia e in generale tutti i mercati europei tradizionali registrano rallentamenti. Situazione analoga si registra anche nel settore sanitari e arredobagno. Cersaie sara' proprio l' occasione migliore per fare il punto sulla situazione dei mercati.
Se quelli europei sono in crisi, anche quello statunitense, su cui si contava molto, non ha avuto il boom sperato, come ha
testimoniato l'ultima International tile & stone exposition di Miami, poco frequentata da acquirenti nuovi. Ci sono anche i mercati su cui la piastrella italiana conta per il futuro, che cominciano a diventare interessanti: sono quelli dell'est europeo, che registrano incrementi fortissimi negli acquisti di piastrelle: Ungheria, Polonia, Repubblica Ceka, Slovenia, stanno diventando lidi molto interessanti per le esportazioni italiane, anche se non ancora a livello della Germania o della Francia. Ugualmente interessanti risultano il Medio e l'estremo oriente, anche se la lontananza limita per ora le possibilita' di inserimento su quei mercati. Nel frattempo si moltiplicano anche i concorrenti agguerriti. Un convegno tenuto l'estate scorsa a Modena, presenti i presidenti delle principali Assopiastrelle mondiali, ha dato una misura abbastanza esatta delle concorrenti. C'e' una Cina sempre piu' esplosiva, con 900 milioni di metri quadrati prodotti, che comunque servono solo a soddisfare l'enorme domanda interna di edilizia residenziale. Ci sono invece paesi come la Turchia e il Brasile che si stanno "facendo sotto". I turchi possono contare su un costo del lavoro bassissimo, su un territorio ricchissimo di materie prime in loco (quindi minor spese per forza lavoro e trasporto) e ormai anche su alcune grandissime aziende (qualcuna e' anche presente a Cersaie) che hanno raggiunto un ottimo livello qualitativo. Nata per evitare costose importazioni da Italia e Spagna, l'industria della piastrella turca si e' evoluta al punto da essere ormai pronta a lanciarsi sul mercato internazionale. II Brasile sta diventando dal canto suo un territorio sempre piu' appetito. Molte grandi compagnie europee (Fiat compresa) stanno realizzando insediamenti produttivi, dando incremento a un'economia che ha attraversato vari momenti di crisi, ma che ora sembra in ripresa. In crescita ‚ anche l'industria delle piastrelle di ceramica. Se non altro i principali concorrenti della piastrella italiana, gli spagnoli, vivono anch'essi un momento di difficolta': calo dell'export, necessita' di nuovi investimenti, eccessiva crescita del settore in quantita' ma non in qualita', sono le ragioni alla base del difficile momento iberico.



torna all'indice