Si gioca all' est la partita della piastrella made in Italy

Il Sole 24 Ore 02/10/96 pag.14

Il successo in Polonia, Ungheria e Russia non cancella la crisi


Si e' aperta nei Paesi dell'Est europeo la nuova frontiera per l'industria delle piastrelle in ceramica. In un anno, il 1996, avaro di soddisfazioni per i produttori italiani le esportazioni verso questa zona sono cresciute in modo significativo. Mentre i grandi mercati della Francia e della Germania (complici i provvedimenti di austerity e il declino dell'edilizia
pubblica) hanno fatto registrare un vistoso rallentamento, al contrario la domanda di Polonia, Ungheria, Russia, Slovenia, Repubblica Ceca e' aumentata del 50 per cento. Gli straordinari risultati ottenuti negli ultimi anni in Germania anticipavano in parte l'apertura della nuova frontiera. Basti pensare che in questo caso la forte crescita delle esportazioni era prevalentemente dovuta al consumo di piastrelle nei nuovi Lander orientali. E' ancora presto per avere un bilancio definitivo, ma e' probabile che nel 1996 le piastrelle italiane vendute nei Paesi dell'Est europeo superino i 40 milioni di metri quadrati, mentre nel 1994 ci si era fermati a soli 15 milioni. In volume ci troviamo di fronte a un mercato piu' importante di quello statunitense, dove l'export tocca i 26 milioni di metri quadrati. La significativa crescita dei mercati
dell'Est non e' tuttavia sufficiente per compensare i molti segnali di difficolta' che affollano il 1996 dell'industria ceramica italiana. La domanda interna resta stazionaria o in flessione e le nuove tasse sulla casa introdotte dalla
Finanziaria non favoriranno la ripresa del settore edilizio. In calo anche le richieste dei principali partner stranieri. Le previsioni per fine anno indicano una forte flessione della redditivita'. Difficilmente si potranno ripetere i risultati record del 1995, quando le aziende produttrici di piastrelle (concentrate per 1'80% nel distretto emiliano tra Modena e Reggio Emilia) raggiunsero un fatturato di 8.500 miliardi di cui circa 6.000 derivanti dalI' export. Forti le preoccupazioni degli operatori per i crescenti oneri fiscali e per il possibile aumento del costo del lavoro. Si devono ancora chiudere diversi contratti integrativi aziendali, mentre e' aperto il confronto per definire il secondo biennio del contratto nazionale. Il bilancio e le prospettive del comparto ceramico italiano sono stati illustrati ieri a Bologna in occasione dell'apertura del Cersaie, il pił importante salone internazionale del settore. II presidente di Assopiastrelle, Oscar Zannoni, ha indicato le strategie necessarie per superare l'attuale momento di difflcolta' e continuare a essere vincenti sui mercati internazionali. Secondo Zannoni si devono "usare nuove leve competitive piu' legate al mercato". Ad esempio "informare continuamente i consumatori di tutte le novita', ridurre e garantire i tempi di consegna, inventare nuovi strumenti che
consentano di capire in modo tempestivo i cambiamenti nei gusti dei clienti". Sono strategie costose per realizzare le quali Zannoni ha auspicato che le piccole e medie imprese costituiscano "consorzi" o procedano rapidamente a "fusioni o accorpamenti". All' inaugurazione del Cersaie era presente il presidente della Fiat Cesare Romiti che ha detto di ammirare il settore dell'industria ceramica perche'' "e' un comparto di imprenditori di prima generazione, che fa del rischio il proprio mestiere. Siete rampanti e decisi, pronti a girare i1 mondo per collocare i prodotti realizzati. Incarnate
quello spirito imprenditoriale italiano che, cosi' forte, non e' possibile rintracciare in nessun altro Paese europeo".



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