I ricavi si ridurranno del 20 %

Il Sole 24 Ore 04/10/96 pag.11

Piove sul bagnato. E cosi' l'ultima performance della lira e' arrivata nel momento meno opportuno per il polo italiano delle piastrelle. Magazzini pieni, produzione in esubero, vendite stagnanti, domanda in calo su alcuni dei principali mercati internazionali. Tra gli imprenditori del comparto, riuniti in questi giorni a Bologna in occasione del Cersaie (la piu' importante fiera mondiale della ceramica per l'edilizia) c e' la convinzione che la moneta nazionale a quota 980 sul marco comporta una riduzione dei ricavi dall' export superiore al 20 per cento "Diciamolo subito, i nostri successi sui mercati internazionali non dipendono dalla lira debole - spiega Oscar Zannoni, titolare del gruppo ceramico Cisa Cerdisa e presidente di Assopiastrelle - Ma una moneta troppo forte significa per gli imprenditori del comparto minori entrate. Che fare? Mai come ora e' indispensabile contenere i costi e poter contare su infrastrutture efficienti e su adeguate forme di sostegno all' export. Tutto questo manca e qui sta il vero problema. Un Paese con una moneta forte deve anche essere un Paese molto efficiente". Ma l' efficienza e le infrastrutture sembrano lontane. Basti pensare che
il distretto emiliano della ceramica attende da anni la costruzione di una bretella di pochi chilometri per il collegamento veloce con l'autostrada. Per ora si sono viste solo parole. " Con la lira sotto quota mille rispetto al marco non credo che faremo vedere i sorci verdi ai tedeschi - afferma Giampietro Mondini, presidente della cooperativa Ceramica d'Imola -
Una moneta troppo forte ci farebbe entrare in Europa deboli e questo sarebbe un danno per tutti. Intanto resistiamo. Non avevamo concesso sconti al momento della svalutazione e questo ci consente per ora di non modificare verso l'alto i listini". Accettare riduzioni di redditivita' contenere i costi, ma non aumentare i prezzi per non perdere quote di mercato nei Paesi stranieri. E' un ritornello che si sente ripetere in continuazione tra gli imprenditori al Cersaie. Ma quanto potra' durare? "Per rimanere competitivi dobbiamo puntare sulla qualita', diventare ancor piu' veloci nell'innovare i nostri prodotti e intuire le tendenze del mercato - afferma Sandro Medici presidente di Indus Ceramica - Attenzione pero', i concorrenti stranieri diventano sempre piu' aggressivi e la distanza che ci separa da loro tende a ridursi".



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