" Non siamo pessimisti ma l'export rallenta"

Il Resto del Carlino 01/11/96 pag.MO/9

Intervista / Il presidente Acimac


Dopo anni contrassegnati da un trend produttivo sempre in crescita, anche il settore delle macchine e attrezzature per ceramiche segna il passo. Il rallentamento sul mercato nazionale ( fine dei benefici della legge Tremonti ) equivale a quello dell' export e inevitabilmente grandi e piccole aziende del comparto ne subiscono gli effetti negativi. I creditori di quattro officine che da tempo operano nella zona Sassuolo - Fiorano ( Sati, Oms, Usmac, Ttc ), collegate al gruppo Nassetti di Milano, si ritroveranno il 7 novembre prossimo a Bologna per un esame globale della salute finanziaria di questo importante gruppo che da' lavoro a centinaia di dipendenti nella "piastrella valley". Con Ivano Ligabue, presidente di Acimac, abbiamo parlato di questa fase congiunturale a un mese esatto dalla chiusura di Tecnargilla, dove gia' in quella sede espositiva di Verona, i segnali di recessione erano emersi in tutta la loro gravita'.
Presidente, come si sta muovendo il comparto del settore macchine per ceramica?
"Ovviamente le difficolta' che incontra il settore ceramico in Europa si ripercuotono in vario modo anche sul nostro comparto, non fosse altro che per la maggior cautela nel procedere ai nuovi investimenti. Una ripercussione negativa di questo stato di cose e' sicuramente il venir meno alle precondizioni necessarie ad una incisiva e costante attivita' di ricerca, che invece, a mio avviso, sarebbe la risposta piu' efficace dei produttori di ceramica per incrementare la propria competitivita'".
Si puo' essere ottimisti o ci sono apprensioni, guardando al futuro?
" Non siamo pessimisti sulla generale tenuta del settore; il prodotto ceramico vive ancora una sostenuta domanda in tutto il mondo e pertanto anche l'attivita' produttiva dovra' riprendere vigore per rispondere a tali necessita'. Nell'anno corrente ritengo che i fatturati delle nostre aziende non segneranno certamente degli incrementi, data l'attuale situazione di mercato ed e' ancora presto per formulare ipotesi serie sul 1997".
La notizia della convocazione dei creditori da parte delle imprese del comprensorio sassolese collegate al Gruppo Nassetti e' sintomatica?
"Nel nostro settore, analogicamente a quanto avviene negli altri comparti industriali che producono beni strumentali, vi e' la possibilita' che alcune aziende attraversino momenti difficili dovuti a ragioni diverse, che spesso non riguardano affatto la qualita' dell' azienda stessa. Nel caso di grandi imprese, con una larga e consolidata presenza sui mercati di tutto il mondo e un elevato livello qualitativo dei prodotti puo' accadere che insolvenze generalizzate dei clienti possano porre in serie difficolta' di liquidita'. Certo occorre affrontare tali difficolta' con coraggio e determinazione al fine di ripristinare un clima di fiducia, e ritengo che la riunione del 7 novembre, sia stata convocata con questo spirito. Del resto il Gruppo Nassetti, a quanto mi risulta, continuera' la propria attivita' e il proprio impegno in questo settore".




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