La crisi si fa sentire: ma si crede nella ripresa

Il Resto del Carlino 20/12/96 pag.Speciale Natale

La ceramica non vive buoni momenti e condiziona tutta l' economia


Non e' un mistero per nessuno che Sassuolo faccia rima piu' che altro con ceramica. L'industria delle piastrelle qui e' in grado di sfornare circa 1'80% della produzione nazionale, il che significa fra l'altro circa il 20% di quella mondiale. Anche la ceramica che non viene prodotta in loco raramente puo' dirsi completamente estranea al distretto sassolese. O si tratta di aziende consociate o almeno i macchinari utilizzati per la produzione vengono dalla zona (o qui sono stati concepiti). Il distretto sassolese e' uno di quei fenomeni oggetto di studio da parte di illustri economisti. Tutto comincio' negli anni cinquanta e sessanta quando operai e contadini della zona scoprirono che era possibile creare un'azienda per
produrre piastrelle di ceramica senza troppi investimenti. Detto fatto, la tradizionale predisposizione all'impresa privata degli abitanti porto' alla proliferazione di questo nuovo settore produttivo. Presto vennero creati anche forni, presse e altri macchinari in grado di aumentare e velocizzare la produzione. Contemporaneamente si comincio' a lavorare sull'estetica e sulla decorazione. Ma la cosa piu' importante fu la vicinanza e 1a stretta relazione fra tutti gli addetti ai lavori, stretti in un territorio di appena 30 chilometri quadrati, gomito a gomito con gli avversari. A Sassuolo ancora oggi, salvo sporadici tentativi di brevetto esclusivo, un'invenzione che migliora il processo di produzione, ha una vita media di una settimana, prima che qualcun altro ne comprenda le potenzialita' e la copi. E' questo il segreto principale di una zona che sforna oggi oltre 500 milioni di metri quadri di piastrelle in un anno e li porta in tutto il mondo. Il suo punto debole? Lo stesso. Quel territorio ricco di personaggi intraprendenti non e' stato appoggiato da una classe
politica altrettanto intraprendente. Cosi' le infrastrutture di cui il settore si serve sono piu' o meno le stesse che soddisfacevano abbondantemente i nostri nonni. Solo che oggi stanno strette a chi ha come obiettivo di vendita tutto il
mondo. E' anche questa, ma non solo, la causa del momento di crisi che attualmente vive la ceramica, peraltro dopo un
triennio nel quale invece la marcia e' stata inarrestabile e il profitto altissimo. Come sempre ora la piastrella affronta
un periodo no, di quelli che la colgono ciclicamente. Del resto niente a Sassuolo puo' andare bene se non va bene la ceramica, perche' quasi tutto e' "indotto" dalla principale industria locale. Ecco quindi che i negozi, di buon livello e con prezzi competitivi, se comparati ad altri centri della provincia, soffrono tremendamente, sia per la minor possibilita' di spendere dei sassolesi nel periodo no, che per le stesse difficolta' infrastrutturali che penalizzano l'industria: strade inadeguate (e a questo punto piene di camion di piastrelle), parcheggi inesistenti, viabilita' caotica come puo' esserlo quella di un paese diventato citta' senza accorgersene, venuto su intorno alle aziende in cui si lavorava, in modo disordinato e per niente regolato. Ora, legato sempre alla ceramica, entra in difficolta' anche il settore metalmeccanico, che in zona produce principalmente quello che serve per fare le piastrelle e che finora non aveva conosciuto momenti di flessione grazie all'assoluto predominio degli impianti italiani su quelli di ogni altro paese del mondo. Il settore industriale quindi non sta bene, il terziario nemmeno, del primario neanche a parlarne. Una volta Sassuolo era un paese agricolo, ma oggi quest'attivita' e' limitata a poche zone collinari che si cerca ostinatamente di preservare da tentativi di urbanizzazione strisciante. Eppure alcune bellezze naturali e monumentali, Sassuolo le ha conservate. Un tempo era le
residenza di villeggiatura degli Estensi e luogo di vacanza e' rimasto fino all'inizio del secolo. Qualcosa in questo
senso si sta cercando di fare, per riportare in zona, anche a Fiorano e Maranello, un po' di visitatori non interessati solo
agli affari. Tour operators da tutto il mondo hanno visitato la cittā della ceramica e le sue bellezze artistiche, il turismo
non sara' mai una fonte di reddito principale, ma potrebbe cambiare un po', in positivo, il "biglietto da visita" di Sassuolo nel mondo Si sa comunque che i sassolesi sono portati a lamentarsi molto prima che la situazione degeneri veramente, quasi per esorcizzare difficolta' che effettivamente esistono ma che ancora non possono portare a una crisi
senza uscita. I margini delle imprese sono ancora alti, la gente risparmia un po' di piu' ma per le festivita' si concede
comunque qualche strappo alla regola. La paura del futuro c'č, ma indotta soprattutto dalle iniziative del governo. Perche' se si trattasse di contare sulla propria forza e capacita' imprenditoriale, senza pressioni economiche da Roma, i
sassolesi, si puo' essere certi, sarebbero ancora sulla breccia. Difficolta' a parte quindi, e' comunque un buon Natale
quello che i sassolesi stanno vivendo nel 1996.



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