La Ceramica non risparmia

La Gazzetta di Modena 7/1/97 pag.17

La Snam rialza il metano, la valuta e' forte, e c'e' il rinnovo del contratto
Il costo al metro quadro ridotto di sole 700 lire


La ceramica non sa piu' ridurre i costi, o almeno non ne ha piu' la possibilita' come in passato. Un'altra notizia
allarmante in un periodo in cui non solo le vendite calano ma quasi tutte le spese aumentano. La Snam ha deciso
unilateralmente un nuovo aumento del prezzo del metano, il rafforzamento della lira sui mercati valutari e nei confronti
del marco rende un po' meno care ma non abbastanza le materie prime, il rinnovo del contratto nazionale di lavoro
portera' nuovi aumenti salariali. In questi anni la ceramica ha prima tagliato, poi limato con sempre maggiore
attenzione tutti i possibili fattori di costo. Ha creato impianti in grado di consumare il meno possibile, ha ridotto lo
spessore delle piastrelle e degli smalti risparmiando ulteriormente, ha automatizzato dove poteva evitare di pagare una
persona in piu', ha creato impianti di cogenerazione in grado di produrre energia autonomamente per un'intera azienda.
Ora fa fatica a trovare nuove vie per risparmiare. Una ricerca sui costi e ricavi del settore, presentata recentemente dalla Societa' ceramica italiana, mostra che negli ultimi 20 anni il settore ceramico e riuscito a diminuire i costi da 24mila a 13mila lire al metro quadro, quasi dimezzandoli. Nel decennio 1975-1985 pero' il calo e' stato di 8mila lire al
metro quadro, nel decennio successivo invece di sole 2.600 lire. Prendendo in considerazione gli ultimi dieci anni la situazione e' ancora piu' evidente. Dal 1985 al 1990 il costo al metro quadro e' calato da 1.900 lire, dal 1990 fino al
1998 di sole 700 lire. "Non si avverte - dice la relazione della Societa' ceramica italiana - almeno a breve termine, l'arrivo di novita' importanti nei processi produttivi, come accadde vent'anni fa con l'avvento dei cicli rapidi; si dovra'
quindi puntare alla massima razionalizzazione per contenere i costi di fabbricazione. Costi di fabbricazione che, per la
prima volta da anni, nel 1995 e 1996 hanno registrato un inversione dl tendenza, presentandosi in aumento anziche' in
calo. Emblematico della difficolta' attuale di ridurre i costi e' la voce riguardante il personale. Fino al 1976 (anno della
svolta con la divulgazione dei cicli rapidi e relative automazioni) il personale incideva per il 40%. Nel decennio
successivo l'incidenza si e ridotta di 7 punti percentuali e nell'ultimo decennio solo di altri 3, attribuibili all'aumento
delle ore di esercizio degli impianti e all'aumento delle dimensioni delle piastrelle. I formati medio grandi hanno
contribuito infatti all'aumento della produttivita' personale. Ora non ci sono quasi piu' margini per far scendere
l'incidenza della spesa per il personale sotto il 30%. E' una delle voci che rendono l'Italia meno competitiva, come
evidenzia il fatto che la produzione italiana in pochi anni e' passata dal 30% di quella mondiale a solo 20%.





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