Persi 1000 posti di lavoro

Il Resto del Carlino 24/4/97 pag.mo/7

Ceramica/ Secondo i dati in possesso della Cgil


SASSUOLO - L'occupazione nel settore ceramico (ultimo trimestre '96), fra inizio ottobre e fine dicembre, e' scesa dell'1,9%, sommandosi alla flessione dell'1,4% rilevata in estate. Un dato, riferito al comparto trainante per l'intero comprensorio sassolese, che testimonia un momento di crisi che inevitabilmente si ripercuote anche su tutti gli altri settori produttivi. Esiste quindi un problema occupazione nella "piastrella valley"? Ne ha parlato con noi Maurizio Fregni, segretario di zona della Cgil. "Non e' una risposta facile. La realta' e' molto complessa, tanto piu' che si avvicina la festa del 1 maggio, festa che per il sindacato e' sempre oggetto di impegno verso il futuro del lavoro". I dati previsionali pero non mancano..... "Nella zona sono circa 1.000 i lavoratori che hanno perso o perderanno il posto dl lavoro nei prossimi mesi. Questo non significa crisi del distretto, o peggio di un modello d'impresa. Pero' il tema occupazione deve fare riflettere tutto questo territorio. Anche da noi deve essere il primo pensiero, altrimenti si andrebbe incontro allo sgretolamento della societa' civile e si tolgono i sogni ai giovani". Qual'e' il "pensiero" della Cgil? "In primo piano mettiamo il rivendicare, per l'area sassolese, l'esigenza di non destrutturare il sistema di impresa e di lavoro. Riteniamo che nella sfida alla globalizzazione dei mercati ci si debba arrivare nel nostro distretto con la qualita' del prodotto, con la certificazione della qualita'". Con quali auspicabili risultati? "Di salvaguardare l'occupazione, di qualificarla. Questo comporta per tutti un salto di atteggiamento, nel porsi verso i problemi. Come sindacato abbiamo prodotto accordi importanti verso un nuovo modello di relazioni che tengano conto dei fattori di cambiamento sociale. Oggi pero' si sta dimostrando che non eravamo noi la componente sociale in ritardo rispetto all'ingresso in Europa del Paese". Se non lo era il sindacato, per quali ragioni e motivi c'e' chi ha tirato il freno? "La logica del profitto, spesso basato piu' sulla finanza che sulla capacita di produrre, e' ancora imperante nel Paese e anche nel nostro distretto. Temi come la scuola, formazione professionale, per passare alla qualita' del lavoro, alla professionalita', non sono cosi' condivisi da tutti i soggetti contrattuali e sociali. Abbiamo assistito al proliferare del lavoro nero, a recenti fenomeni di caporalato, a centinaia di contratti di formazione lavoro non rinnovati e giovani costretti a svolgere lavori spesso in condizioni non Previste dalle leggi e contratti. Si chiede sempre di piu' mano libera verso rapporti di lavoro che non devono essere tutelati, si protesta verso leggi come la 626 che introducono il concetto della prevenzione e della concertazione dei soggetti verso il miglioramento delle condizioni di lavoro. Cosa dire poi della logica del profitto che non vorremmo rinnegare, ma portare in una corretta dimensione di regole che diano alle stesse imprese una concorrenza corretta e non snaturata da chi si approfitta di leggi che non tutelano a sufficienza chi e' corretto".
Tutto questo porta a quale riflessione finale? "Se non esiste ad oggi il problema occupazione con toni di drammaticita' di altri distretti o provincie non puo' lasciare indifferenti i sindacalisti nell'impegno nella difesa dei cittadini, dei lavoratori, dei pensionati, dai piccoli e grandi soprusi che avvengono ogni giorno".





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