Maxicommessa per Sacmi in Cina

Italia Oggi 7/5/97 pag.14

Fornira' 870 miliardi di impianti per la ceramica


Un contratto da 870 miliardi. Per la Sacmi la Cina e' adesso davvero vicina. La maxicoop con sede a Imola, uno dei fiori all'occhiello del movimento cooperativo, fornira' cinque impianti per l'industria ceramica in crescita in Cina. L'accordo e' stato firmato ieri all'interno dello stabilimento di Imola (Bologna) coi rappresentanti del China wealth group. Non solo la Sacmi riuscira' a raddoppiare in un colpo il fatturato (il 1996 si e' chiuso con 1.000 miliardi) ma si collochera' quale interlocutore privilegiato delle autorita' e degli imprenditori cinesi nel campo dell'impiantistica. In realta' i benefici dell'operazione sul fatturato saranno ripartiti in cinque anni poiche' gli impianti saranno costruiti e consegnati uno l'anno, ma si tratta del contratto piu' lucroso finora sottoscritto da un'azienda emiliana coi paesi del Pacifico. Dalla Cina sono arrivati in 50 per visitare la Sacmi e assistere alla firma del contratto. Tra essi Zu Qiushum, consigliere dell'ambasciata di Cina: "Il China wealth Group", spiega, "unisce attivita' industriali nei materiali da costruzione ad attivita' nel campo immobiliare e di trading. Si tratta di un matrimonio che certamente potra' avere positivi sviluppi per entrambi i contraenti e che dimostra le potenzialita' esistenti in Cina e il suo interesse all'interscambio con l'Italia". Sacmi ha 1.420 dipendenti nei sette stabilimenti del gruppo, e' leader mondiale nella costruzione di macchine per l'industria ceramica ma si occupa anche piu' in generale di impiantistica. Dice Armando Sarti, presidente del collegio dei sindaci della Sacmi: "Si rafforza l'internazionalizzazione del gruppo e soprattutto si entra in Cina dalla porta principale. Non e' poco per una cooperativa storica che ha sempre guardato al mercato". L'istruttoria del supercontratto e' stata condotta dalla Banca commerciale italiana ma il via libera l'ha dato la Sace. Se a Imola tutti sono soddisfatti, a Sassuolo, capitale del comprensorio della ceramica, storcono la bocca. Un contratto tanto impegnativo conferma lo sforzo che la Cina sta producendo nel mercato delle piastrelle: sara' presto un temibile concorrente a cominciare dall'area del Pacifico. E fara' concorrenza alle piastrelle italiane con una produzione effettuata con macchine italiane. Scherzi del mercato globale.



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