Borelli: "Pronti alla sfida mondiale"

Cer 31/7/97 pag.8

L'industria ceramica, secondo il neo presidente di Assopiastrelle, ha tutte le potenzialita' per ben operare sul mercato globale. Tra gli obiettivi del suo mandato, quello di avere "un'associazione piu' forte, piu' presente, piu' incisiva, in grado di poter contare maggiormente in tutte le sedi in cui si prendono le decisioni".


Quali saranno le prospettive di mercato per l'industria ceramica nazionale, come affrontare con successo la globalizzazione dei mercati, quale ruolo e funzione dovra' svolgere l'Associazione nei prossimi anni, cosa si augura per il
settore nel suo complesso. Sono questi alcuni degli argomenti di cui abbiamo parlato con il neo Presidente di Assopiastrelle Angelo Borelli. Presidente Borelli, nel suo discorso di insediamento durante l'Assemblea, lei ha sottolineato come oggi, rispetto a trenta anni fa, siano profondamente cambiate sia le aziende ceramiche che l'Assopiastrelle. "Quando negli anni Sessanta fondarono l'Associazione, l'industria ceramica era agli albori e le imprese ceramiche erano principalmente di piccola dimensione. Assopiastrelle nacque come risposta alla esigenza di relazionarsi e di trovare un luogo comune nel quale confrontarsi. Se guardiamo alle imprese ceramiche di questi anni Novanta, realta' che nel corso del tempo si sono costituite in gruppi e che hanno verticalizzato a monte e a valle il loro business, possiamo oggi rilevare la centralita' della singola impresa nell'agire e nell'affrontare il mercato".
All'interno di questo nuovo scenario, quale dovra' dunque essere il ruolo di Assopiastrelle? "Il ruolo della nostra Associazione e' e sara' fondamentale. Infatti, per quanto una azienda possa essere grande, internazionale e strutturata, da sola non riuscira' mai a vincere nella competizione mondiale, obiettivo per il quale due sembrano essere le condizioni necessarie, anche se non sufficienti: il conseguimento di una massa critica di assoluto rilievo e la capacita' di creare un sistema di relazioni in grado di esaltare le capacita' competitive delle singole imprese. La massa critica, in un settore ancora molto frammentato come quello ceramico, la si ottiene solo creando la squadra che condivide le iniziative da intraprendere; per quanto riguarda la creazione di un sistema relazionale, questa e' da sempre, uno dei compiti dell'Associazione".
Quali saranno, dunque, obiettivi e linee guida dell'Assopiastrelle per i prossimi anni? "Voglio un'Associazione piu' forte, piu' importante, piu' visibile nei confronti dell'esterno, in grado di poter contare di piu' in tutte le sedi in cui si prendono le decisioni importanti per le imprese ceramiche. Dobbiamo rafforzare quel circolo virtuoso che, partendo dalla capacita' di rispondere positivamente ai bisogni delle aziende associate, aumenti il grado di coesione tra le stesse imprese, quello di attrazione verso Assopiastrelle e, di conseguenza la forza contrattuale dell'Associazione sui diversi tavoli sui quali opera". Facciamo un passo indietro. Nei mesi precedenti il rinnovo delle cariche associative ci sono stati diversi 'distinguo' da parte di associati. "Liquidare il discorso dicendo che e' un falso problema sarebbe troppo semplice. C'era da mettere d'accordo le tante e diverse anime delle imprese associate. Credo che la dialettica e la pluralita' di posizioni sia un fatto positivo, di vitalita' e, visto il risultato finale, le confermo di essere rimasto molto soddisfatto della soluzione che si e' trovata. Anche la composizione del Consiglio Direttivo espresso dall'Assemblea rappresenta bene tutto l'universo dell'Associazione, oltre ad essere composto da molti giovani". Siamo alla meta' del '97 e sembra gia' possibile fare un primo, anche se parziale, bilancio di questi primi sei mesi della congiuntura dell'industria ceramica italiana. "La maggior chiarezza sulle prospettive dell'Italia in Europa sta iniziando a produrre i suoi effetti sul clima di fiducia e sui consumi di ceramica. Maastricht ha significato, per i paesi europei, una cosa molto semplice, ma al tempo stesso fondamentale: uscire da una logica di sviluppo economico veicolata dal debito pubblico e dalla svalutazione - che arriva sempre ad un limite invalicabile - per abbraciarne una, sostenibile nel tempo, guidata dall'equilibrio tra reddito disponibile e condizioni di costi di produzione. E' stato un passaggio essenziale, indispensabile, che ha creato disorientamento nel pubblico - e quindi crisi nei consumi - in questi ultimi anni, ma che oggi e' ormai alle spalle. Il dato degli ordini alle imprese ceramiche di questi ultimi mesi, agevolato anche dall'euforica congiuntura negli Stati Uniti - il nostro terzo mercato di sbocco - o dei Paesi dell'est Europa, lo stanno a dimostrare". Sempre in tema di dinamiche di mercato, appare ormai chiaro come l'utilizzo degli incentivi fiscali sia un importante motore di sviluppo per l'economia. "Soprattutto nel caso dell'industria edile che, in tutti i paesi del mondo, e' il principale volano per lo sviluppo. Credo che la riduzione dell'Iva e la detraibilita' fiscale delle ristrutturazioni, argomenti su cui si sta dibattendo nel Governo in questi giorni, siano misure di grande utilita' per l'industria edile italiana: non dobbiamo dimenticare che la ristrutturazione in Italia e', con il 54% del mercato, il principale segmento". "L'utilizzo degli incentivi fiscali per agevolare lo sviluppo dell'economia e' il secondo, fondamentale, compito della politica fiscale di un Paese moderno". Vorrei ora passare dal piano congiunturale a quello strategico. Un settore, come l'industria delle piastrelle di ceramica, che dai primi anni '80 esporta costantemente, anno dopo anno, il 50% della produzione - una percentuale che, dalla svalutazione della lira del 1992 e' cresciuta al 65-70% - e' un settore pronto per la globalizzazione dei mercati? "Siamo pronti alla competizione mondiale, ma questa sfida e' solo all'inizio e richiedera' un quotidiano adattamento nelle strategie delle nostre imprese e della nostra Associazione. L'industria delle piastrelle di ceramica italiana considera da sempre tutti i mercati del mondo come domestici o, quanto meno, attaccabili. Credo che la globalizzazione dei mercati vada affrontata giorno per giorno, cogliendo le occasioni la' dove queste si presentano e rafforzando i nostri punti di eccellenza, quali la tecnologia, l'intera gamma del servizio al cliente, innovazione di prodotto, il design, ma anche e soprattutto - e su questo non mi stanchero' mai di insistere - la qualita' e la formazione delle nostre risorse umane. Credo anche, riprendendo quel concetto di squadra cui facevo riferimento prima, che non si vince se non si risolvono i nodi strutturali allo sviluppo, sia a livello locale che nazionale: la viabilita' stradale e ferroviaria del distretto, una burocrazia eccessiva, un costo del denaro che, pur recentemente ridotto, e' ancora tra i piu' alti in Europa. Non si vince nella competizione globale se le condizioni di partenza sono troppo lontane da quelle dei nostri concorrenti". Presidente Borelli, in conclusione, qual e' il suo augurio all'industria ceramica italiana per il futuro? "Che si riscopra, pur nel rispetto delle singole individualita', quello spirito di squadra, del voler fare le cose assieme, che trent'anni fa ci fece nascere e diventare, in poco tempo, l'industria leader mondiale in questo settore. L'unione, la condivisione di obiettivi e sacrifici, puo' essere veramente la marcia in piu' rispetto agli altri concorrenti".




torna all'indice