Cisa Cerdisa, anno da dimenticare. Calano gli utili e l'occupazione

Modena mattina 12/8/97 pag.8

La flessione della domanda di piastrelle in ceramica sui principali mercati europei fa sentire i propri effetti sui conti delle aziende. A farne le spese, pero', non sono piu' soltanto le piccole imprese, ma anche i big del settore come la Cisa Cerdisa di Oscar Zannoni. Il colosso guidato dall'imprenditore reggiano ha visto il proprio giro d'affari ridursi dell'8%, scendendo dai 279 miliardi del '95 ai 258 dell'anno scorso, nonostante un aumento dei volumi produttivi pari all'11%. Ancora piu' bruciante e' stato l'effetto sui profitti ridottisi ad appena un terzo di quelli del '95: l'utile netto e' infatti stato di 5 miliardi, ben lontano dai 14,8 dell'anno precedente. Le cose non sono andate molto diversamente per le societa' controllate da Cisa Cerdisa (Arena, Gres 2000, Cotto Arena, Ceramica di Gorzano, Marimax e Rbz). Il giro d'affari aggregato delle sei aziende, che svolgono attivita' produttiva, commerciale e finanziaria, e' sceso da 76 a 54 miliardi. Positivo invece l'andamento di FinCisa: dopo il sostanziale pareggio del '95, l'anno scorso la finanziaria di famiglia che controlla Cisa Cerdisa e il gruppo Ceramiche Ricchetti ha chiuso con 3 miliardi di utili. Tirare in ballo le famose vacche magre sarebbe fuori luogo, ma certo per Zannoni questi non sono tempi indimenticabili. Ha dovuto lasciare a Borelli la presidenza di Assopiastrelle. Dopo tanti anni, un po' ci si era affezionato. Ma lo statuto e' lo statuto e non consente eccezioni, neppure per Re Oscar. L'acquisizione delle Ceramiche Ricchetti, all'inizio dell'anno scorso, e' stato un colpo da maestro, ma la successiva quotazione in Borsa ha riservato a Zannoni solo delusioni. E anche il debutto nel mondo dell'alta finanza con la riuscita scalata al vertice di Akros, si e' rivelato avaro di soddisfazioni, con l'imprenditore reggiano impegnato a districarsi tra bilanci in rosso e guerre societarie all'interno della banca d'affari milanese.
Tornando a Cisa Cerdisa, e' vero che l'indebitamento bancario complessivo e' cresciuto sensibilmente da 73,6 a 123,6 miliardi (33 dei quali a breve termine), ma le difficolta' sono essenzialmente di natura produttiva. Il risultato della gestione caratteristica e' infatti sceso da 21,6 a 10,4 miliardi e a determinare un significativo utile d'esercizio hanno contribuito le partite straordinarie, positive per oltre 5 miliardi (solo 800 milioni nel '95). Quali contromisure sta mettendo in atto Cisa Cerdisa per rimontare la corrente? Essenzialmente tre. E' cambiato il mix produttivo: in un solo anno la produzione di monocottura in pasta rossa e' quintuplicata, passando dal 3% al 16% del totale. E' stato imposto un notevole giro di vite agli investimenti: neppure 4 miliardi, contro i 65 del '95. Infine, anche l'occupazione e' in netta discesa. I dipendenti, che a fine '95 erano 1.087, nel marzo di quest'anno si erano ridotti a 976.



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