L'azzeccata conversione dalla vecchia piastrella alle lastre di granito ceramico

EconERre 30/9/97 pag.15

Riuscita esperienza della Mirage. Realizzato all'estero il 73 per cento del fatturato totale. Una continua innovazione tecnologica.


Prima produceva piastrelle. Come tutte le oltre duecento aziende dislocate tutte attorno a Sassuolo, tra le province di Reggio Emilia e Modena, ed in grado di realizzare insieme l'80 per cento della produzione nazionale. Poi nel 1989 la Mirage, sede a Pavullo nel Frignano, si e' convertita, come tante altre aziende del settore, al gres porcellanato, un prodotto tutto spessore utilizzato per impieghi gravosi. Ad esempio negli aeroporti. Quindi e' diventata leader nella produzione di granito ceramico, raggiungendo nel '96 i 132 miliardi di fatturato di cui il 73 per cento realizzato all'estero. La Mirage, 370 dipendenti ma utilizzo anche di esclusivi fornitori esterni grazie al ricorso all'outsourcing produce quasi sei milioni di metri quadri di lastre in granito ceramico. Un materiale estremamente innovativo e versatile, ottenuto dalla fusione (ad una temperatura tra i 1.220 e i 1.260 gradi) di minerali naturali che vengono compattati e saldati senza l'impiego di smalti, sali o composti acidi in modo da formare un corpo omogeneo durissimo. Poi e' granigliato, venato nella massa e colorato con ossidi naturali, dal giallo al viola. E dal momento che, a differenza del marmo e del granito, non e' assorbente, e' diventato anche un prodotto utilizzabile nei bagni e nelle cucine. La Mirage e' la prima ad aver imboccato questa strada dopo essere stata anche la prima, ai tempi della riconversione al gres porcellanato, ad aver realizzato le "facciate ventilate" dei palazzi: a partire da spessori di 16 millimetri, le lastre sono agganciate con le classiche graffe impiegate per i rivestimenti in marmo e granito, creando un'intercapedine rivestita di vetro e poliuretano. Rivestimenti in gres porcellanato sono stati realizzati nelle palazzine dell'Ubs di Zurigo, nel tunnel del San Gottardo, nel Gazprom di Mosca. L'azienda e' stata fondata nel 1973 da un gruppo di soci formato da una famiglia di industriali, quella dei Sirotti, proprietaria gia' di un piccolo impero industriale specializzato nella ceramica e concentrato tra Fiorano e Sassuolo, e da cinque amici. La famiglia Sirotti detiene il 50 per cento della Mirage, i cinque amici il 10 per cento ciascuno. Ed anche se in realta' chi ha davvero in mano tutte le redini dell'azienda e' il direttore generale, Gaetano Vandelli (quando lui e' assente per qualche motivo sorgono in azienda addirittura problemi di comunicazione con l'esterno), sono loro cinque a ricoprire i maggiori ruoli operativi: Claudio Vacondio fa il presidente, Graziano Giacobazzi segue i maggiori clienti, Girolamo Lancellotti e' l'amministratore delegato, Maurizio Chiodi e Sante Montecchi si occupano della ricerca, un laboratorio che sorge ai margini dello stabilimento e riproduce in piccola scala l'intero processo di produzione, permettendo cosi' una continua innovazione tecnologica dei macchinari e dei prodotti. Particolarmente sensibile l'occhio rivolto alla promozione. La Mirage sponsorizza la Williams in Formula 1 (si tratta di un baratto dopo aver fornito i pavimenti per la nuova sede della Williams, in Gran Bretagna) e la Bmw nel super turismo (con la solita formula del baratto dopo aver fornito i materiali per la nuova della Bmw Italia a San Donato Milanese). Soprattutto e' uno dei sei sponsor istituzionali della Juventus nella costruzione di palestre e spogliatoi.



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