Finalmente il distretto comincia a provvedere anche alle infrastrutture

EconERre 30/9/97 pag.17

La condizione di stasi del mercato sembra stimolare la progettazione di opere pubbliche. Potenziamento della viabilita' e "transit points".


"La situazione socioeconomica? Tiene ancora abbastanza bene", sostiene Patrizia Barbolini, pidiessina e assessore alle attivita' produttive e al commercio del Comune di Sassuolo. Un Comune in mano all'Ulivo e diretto da un sindaco donna del Partito popolare, Laura Tosi. Bene come? "Bene, bene, la disoccupazione qui e' quella fisiologica", risponde l'assessore. E snocciola i dati che farebbero invidia a tanti suoi colleghi. La disoccupazione maschile e' del 4-5 per cento, quella femminile e' invece molto piu' alta, attorno al 12 per cento. Il che significa che la mancanza di lavoro colpisce non solo le figure professionali piu' basse ma anche le neodiplomate. Colpisce, chiarisce l'assessore Barbolini, "chi possiede i vecchi diplomi deboli". Comunque, la si guardi, la situazione a Sassuolo e' di gran lunga migliore che nel resto d'Italia. A causa della ceramica? Certo, a causa del distretto delle piastrelle che da' lavoro a 18 mila persone. "Un livello buono", commenta la Barbolini. E poi da queste parti c'e' un'ottima imprenditorialita' abbinata ad un'alta professionalita' dei lavoratori. "La qualita' dei prestatori d'opera e' tra le migliori d'Italia", afferma l'assessore. Esatto. Uno studio effettuato da Nomisma, la societa' di ricerca bolognese diretta da Gianni Pecci, sostiene che da queste parti la produttivita' e' tra le piu' alte. Facendo di Modena e Reggio Emilia, le due province che si spartiscono il distretto della ceramica, realta' competitivamente avvantaggiate rispetto al resto del mercato italiano. D'accordo, il boom della ceramica ha portato ricchezza, ha reso famose numerose aziende, ha fatto del distretto di Sassuolo una delle roccaforti del made in Italy. Uno dei punti di forza e' stata la collocazione in un territorio ristretto delle imprese produttrici di piastrelle, degli smalti e della tecnologia necessaria alla produzione, permettendo in questo modo di avere un modello di produzione e di sperimentazione delle novita' tecniche. L'export delle piastrelle di Sassuolo e dintorni, tanto per capire un fenomeno iniziato negli anni Sessanta, rappresenta il 50 per cento del mercato mondiale del settore. Ma oggi ci si domanda (e se lo domanda anche l'assessore Barbolini) se questa organizzazione funziona ancora e non sia invece il caso di rivedere i modelli organizzativi. Tra il 1992 e il 1995 la produzione del settore e' cresciuta di oltre il 30 per cento con un incremento dell'occupazione di quasi 2.000 persone. Per tutta una serie di motivi, dalla svalutazione della lira alla legge Tremonti. Ma questo e' ormai il passato. Il dato reale di oggi e' che alla fine del 1996, ricorda l'assessore Barbolini, "l'incidenza delle giacenze di magazzino sulla produzione ha raggiunto il massimo storico". E di fronte ad una stasi quasi generalizzata del mercato (persino il mercato russo, sostiene l'assessore, mostra ora un trend abbastanza piatto), c'e' il rischio che le imprese, con l'entita' delle scorte accumulate e il basso utilizzo delle capacita' produttive, vendano sottocosto. Che si puo' fare allora? Meglio ancora: cosa puo' fare il Comune di Sassuolo? Risposta immediata dell'assessore: "Dare applicazione rapida all'accordo tra la Regione, le Province e i Comuni sulle infrastrutture stradali e ferroviarie, nella consapevolezza dei dati ormai certi che con queste infrastrutture il distretto della ceramica non puo' reggere a lungo. Qui il cittadino ha sempre sofferto per questa concentrazione di aziende e la conseguente carenza di infrastrutture dal momento che le piastrelle venivano ugualmente vendute e quindi venivano comunque prese per essere trasportate in tutto il mondo. Creando incredibili intasamenti nel traffico". C'e' finalmente bisogno di risolvere, in altre parole, il vecchio problema della logistica. E qualcosa si sta effettivamente muovendo. E' gia' stato deliberato il raddoppio della Pedemontana e si stanno presentando i progetti che prevedono la costruzione del collegamento di Sassuolo con l'autostrada del Brennero che si imbocca a Campogalliano. Circa 14 chilometri al costo di 400 milioni al chilometro. Soprattutto, dice ancora l'assessore, "c'e' da porre mano con urgenza e insieme agli altri Comuni al progetto Demetra in modo da rendere il trasporto piu' efficiente con la creazione dei transit point". E cosa sono i transit point? Grandi piazzali, chiarisce la Barbolini, "dove la struttura organizzativa e micro mentre il deposito delle piastrelle a macro". Sembra un quiz. In realta' e' una cosa seria. Con un investimento di un miliardo e mezzo dell'Unione europea. Si trasferiscono i magazzini di piastrelle delle varie aziende in questo punto ed e' da quel punto che l'ordine viene eseguito quando arriva la richiesta del cliente per una certa quantita' di piastrelle. Il camion non gira cosi' azienda per azienda e per tutto il territorio del distretto ma raccoglie il materiale in un solo punto. Ed il traffico di conseguenza si concentra in una parte limitata ma si decongestiona un po' dappertutto. Ma a che punto e' questa idea? "Siamo ancora nella fase di progettazione", commenta l'assessore. L'impianto generale e' tracciato, i piani regolatori di Sassuolo e Fiorano vanno modificati, devono ancora essere individuati i tre punti destinati a divenire transit point. Siamo indietro, quindi. Dice la Barbolini: "Senza farci illusioni, e' un progetto che non potra' essere realizzato prima di 4-5 anni". Insomma, c'e' ancora un po' di tempo da soffrire.



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