Speciale/ Ricette diverse per rimanere leader mondiali

Modena Mondo 30/9/97 pag.28

Oltre i due terzi delle industrie che producono impianti per ceramica sono concentrate fra Modena, Reggio e Bologna. Le strategie di alcune fra le piu' significative.


Il settore delle macchine per ceramica italiano costituisce una realta' industriale unica al mondo, con una leadership tecnologica indiscussa e una varieta' di macchine in grado di coprire - e spesso rivoluzionare - l'intera domanda mondiale. Ma e' anche una realta' industriale che deve ancora la propria forza alle sinergie che ne hanno permesso la nascita e lo sviluppo. In altre parole, il settore vive ancora sul rapporto esclusivo che si e' creato con il distretto ceramico di Sassuolo. Il fortissimo legame con la piastrella valley e' confermato dagli stessi imprenditori intervistati nella panoramica che segue. Nonostante il comparto si appresti a divenire un settore maturo, nonostante la percentuale di fatturato estero da anni si aggiri attorno al 70%, Sassuolo resta "il punto di riferimento", "il banco di prova per le innovazioni", "lo stimolo e l'appoggio alla ricerca tecnologica". Sassuolo, dunque, nel bene e nel male. Nel bene, poiche' ha permesso la coesistenza e lo sviluppo di gruppi multinazionali e piccolissime aziende, favorendo cosi' quella concentrazione di imprese (nelle provincie di Modena, Reggio e Bologna si trovano rispettivamente 92, 32 e 7 aziende) che a sua volta ha incentivato la creativita' imprenditoriale e la ricerca della qualita'. E nel male: gli aspetti meno positivi del legame del settore con Sassuolo sono messi in risalto dall'attuale difficile momento della piastrella. Infatti, per molti piccoli costruttori di macchine con bassa propensione all'export, il freno degli investimenti della ceramica italiana significa immediate e pericolose ripercussioni sul proprio fatturato. Ma non solo. E infatti la stessa attivita' di ricerca dei piccoli impiantisti che rischia oggi di venire tralasciata, poiche' spesso si fonda, in termini di investimenti, su una stretta cooperazione con l'industria ceramica. Eppure la voglia di innovare, e la fiducia di superare la crisi non mancano. E per chi ha scoperto la strategia giusta, non mancano nemmeno i risultati. Innovazioni vincenti: il gres porcellanato. Una delle aziende che meglio ha saputo sfruttare il boom del gres porcellanato (materiale che imita l'impasto delle pietre naturali, come i marmi e i graniti, migliorandone le performance) e' la LB Officine Meccaniche di Fiorano (60 dipendenti), che nel 1997 conta di confermare il fatturato di 60 miliardi raggiunto nel 1996 (contro i 52 ottenuti nel 1995). "Ci siamo trovati a operare nel momento giusto - spiega il titolare Ivanno Ligabue - anche se, investendo fino al 15% del fatturato su macchine in grado di modificare l'aspetto estetico del gres, abbiamo di certo contribuito anche noi al lancio di questo materiale. Infatti, nelle ultime edizioni del Cersaie i prodotti piu' significativi sono stati studiati nel nostro laboratorio". Punta invece su un'importante novita' nel campo della macinazione a umido in continuo la Icf Industrie Cibec di Maranello. L'azienda, collegata al gruppo Welko, e passata da un volume di vendite di 25 miliardi nel 1995 ai 30 miliardi previsti per il 1997. "Una crescita - afferma il direttore commerciale Ettore Cavazzuti - realizzata soprattutto sul mercato interno. E grazie al successo del nostro nuovo impianto di macinazione con mulino conico, unico impianto in continuo presente sul mercato, che permette una riduzione dei costi attorno al 20%". L'apparecchio, presentato a Tecnargilla '96, e' frutto dell'attivita' di ricerca nel laboratorio dell'azienda ed e coperto da brevetto internazionale. Anche le piccole aziende si affidano all'innovazione. Ne e' un esempio la Tecnema di Baggiovara, fondata nel 1989 dall'attuale presidente Umberto Fava e impegnata nel campo delle macchine per la finitura di piastrelle e pietre naturali. Dai sette miliardi di fatturato '95, Tecnema (22 dipendenti) dovrebbe arrivare a nove quest'anno, con prospettive di crescita "grazie a una macchina appena brevettata che introduce un nuovo tipo di satinatura per il gres rivela Fava - a cui abbiamo lavorato nell'ultimo triennio investendo fino a 500 milioni annui per la ricerca". Successo uguale ricerca tecnologica. L'innovazione e' da sempre il cavallo di battaglia del gruppo System di Fiorano (300 dipendenti), che dovrebbe chiudere il 1997 con un fatturato di 130 miliardi, incrementandolo del 10% rispetto al 1996. "Il principale fattore di successo e' uno solo - sottolinea il titolare Franco Stefani - ovvero essere propositivi e anticipare i mercati confermandosi leader di prodotto, di progettualita' e di tecnologia". Grazie al proprio laboratorio di ricerca in cui lavorano venti persone e agli ingenti investimenti per lo sviluppo di nuove tecnologie (sette miliardi nel '97), la System si prepara quest'anno a "bissare" il successo gia' ottenuto con Rotocolor, "una macchina che in due anni ha raggiunto una diffusione tale nel mondo da costituire uno strumento standard nella stampatura dei decori sulle piastrelle". Infatti, in occasione del Ceramiteck (Monaco 14-18 ottobre) il gruppo di Fiorano presentera' Rotoglaze, "un'autentica rivoluzione tecnologica che risolvera' gran parte delle problematiche nel campo della smaltatura", afferma Stefani. "Una macchina in grado di garantire un risparmio di smalti del 20%, con una forte riduzione dell'inquinamento", conclude il patron della System. Nel campo dell'innovazione un altro nome storico e' Tecnoferrari, un'azienda all'avanguardia nei sistemi di movimentazione e stoccaggio, tra le prime a produrre macchine per il caricamento automatico delle mattonelle nei forni a tunnel. L'azienda di Fiorano (115 dipendenti) nel 1997 confermera' i 60 miliardi di fatturato realizzati nel 1996. "C'e' stata una lieve flessione "fisiologica" rispetto al boom di due anni fa - spiega la presidente Donatella Ferrari ma gia' a fine '97 credo ci sara' una ripresa". Per la Tecnoferrari "la tecnologia e' una questione di sopravvivenza". Dopo aver presentato un sistema di guida dei carrelli basato su magneti appoggiati a terra - anziche' sul filo di rame interrato - l'ultimo gioiello tecnologico dell'azienda e' l'impianto per la gestione con silos mobili delle polveri atomizzate per le ceramiche da "granito". Ricerca e sviluppo sono le parole d'ordine anche per il gruppo Barbieri & Tarozzi di Formigine, 180 miliardi di giro d'affari nel 1996 e 400 addetti sparsi per il mondo. "Dopo il boom degli ultimi tre anni (la capogruppo B&T e' passata da 60 a 120 miliardi di fatturato, ndr) - afferma il presidente Fausto Tarozzi - prevediamo un calo fisiologico. Ma non possiamo lamentarci, considerato il quadro difficile del mercato ceramico". Tarozzi ha pero' fiducia nel 1998, "l'importante e' conservare quel plus tecnologico che ci contraddistingue". Impiegandolo, "oltreche' nella movimentazione e stoccaggio delle piastrelle, sempre piu' anche nella gestione logistica del prodotto finito". E non solo: la ricerca va indirizzata anche verso settori collaterali alla piastrella. Ridotta la dipendenza dal settore ceramico. Diversificare i settori di riferimento e oggi la parola d'ordine di piu' di un'impresa. Tra queste c'e' la Mori, da quarant'anni impegnata nella realizzazione di forni. Di fronte alle difficolta' di un settore "la tecnologia matura come quello dei forni ceramici - afferma il direttore generale Leone Gasparini - per chi punta come noi sulla qualita' e' ormai necessario mirare a mercati dove lo sviluppo tecnologico e' piu' pagante". L'azienda modenese, scesa dai circa 50 miliardi di fatturato del 1995 ai 40 previsti quest'anno, ormai da tempo punta a consolidare la propria presenza nel comparto dei laterizi, attraverso l'adattamento dei propri forni a rulli e con il forno a cicli rapidi Monker, brevettato a livello internazionale. Anche per la Nuova Omip, costruttrice di macchine per la smaltatura e la movimentazione, l'obiettivo e' portare al 20% la quota di fatturato proveniente dai laterizi. Dopo il boom del 1995 (12 miliardi di fatturato) l'azienda di Pavullo si fermera' quest'anno ai 10 miliardi. "Per la ceramica e' difficile trovare innovazioni", afferma Giovanni Morandi, uno dei fondatori. "E invece nel campo della smaltatura del coppo e della tegola che stiamo studiando nuove apparecchiature". Ma la diversificazione puo' avvenire anche costituendo un piccolo gruppo di imprese impegnate in settori complementari. E' la strategia della Comes Tecnology, nata nel 1995 dalla fusione tra la Gomes e la Lara (che tuttora realizza impianti di movimentazione per imprese esterne al settore ceramico). La G.T. all'inizio del 1997 ha inoltre rilevato la Gto di Formigine. Il gruppo ha cosi' la possibilita' di coprire l'intero ciclo della piastrella, con le decoratrici e le linee di smaltatura della Gto, e con le macchine di scelta e di pallettizzazione della G.T. I risultati? "Buoni - dichiara il direttore generale della Gomes Ennio Sola - sia in termini di fatturato, che quest'anno dovrebbe superare i 25 miliardi del 1996, sia di prodotti, visto che al Cersaie presenteremo una decoratrice funzionante a tre colori". E sempre leadership anche se "di nicchia". C'e' invece chi si e' specializzato al punto da divenire leader di nicchia. La Nuova Fima, 50 miliardi di fatturato '97 (contro i 43 di tre anni fa) per 115 dipendenti, "nel campo della scelta e della movimentazione fino allo stoccaggio e all'avanguardia - sostiene il responsabile commerciale Luigi Montermini - e lo dimostra il fatto che abbiamo una quota pari al 65% del mercato italiano e al 40% di quello estero". Tra le prime a certificarsi Iso 9001 nel 1994, la Nuova Fima ha un proprio ufficio ricerche che impiega 10 dipendenti. Per mantenere la leadership punta oggi su linee di scelta visiva automatiche, in grado di funzionare senza l'ausilio di un operatore. Un'altra azienda che gode una posizione di leadership di nicchia e' la Stampi Ceramici Roteglia, una delle poche a superare i cinque miliardi di giro d'affari nel "sottosettore" degli stampisti. "Grazie al rinnovo gestionale dell'azienda - afferma il responsabile marketing Daniele Piccinini - siamo passati dai quattro miliardi del 1994 ai sei e mezzo previsti quest'anno. Il nostro obiettivo e' proprio quello di crescere e assumere il ruolo di leader, innovando il prodotto e creando una rete commerciale di agenti all'estero, dove oggi realizziamo solo il 30% del nostro fatturato". Si puo' parlare di nicchia di mercato anche per la Euroelettra di Mammirolo. L'azienda non costruisce macchine per ceramica, ma e' specializzata nella progettazione e installazione di sistemi di automazione ad hoc, sistemi di dosaggio e pesatura computerizzati, aree software per il controllo di processo, software di pianificazione e raccolta dati. "E' un settore emergente, con forti prospettive anche fuori dal ceramico", spiega il direttore della produzione Emilio Benedetti. "La nostra strategia e' comunque quella di creare un gruppo di aziende in grado di fornire al cliente cio' che chiamiamo "sistema di automazione integrata"". Nel gruppo Euroelettra (80 miliardi il consolidato previsto per il 1997) presente in Spagna, Canada e Indonesia, e' entrata da un anno la Sacs, azienda con esperienza trentennale nel campo dell'automazione per piastrelle e laterizi. Che cosa puo' distinguere oggi le macchine Sacs? E' semplice: i programmi di gestione elettronica in tempo reale delle macchine.
Grandi gruppi: la Sacmi cresce e la Cefla cerca nuovi mercati strategie da grandi gruppi: due chiari esempi provengono da Imola. Mentre la Sacmi, colosso del settore, punta ad accrescere dimensioni e volumi di vendita, la Cefla invece si "permette" di ridimensionare una parte delle proprie attivita' legate alla piastrella. La societa' cooperativa Sacmi di Imola e' il leader indiscusso del settore, a capo di un gruppo di 31 societa' (14 in Italia e 17 all'estero) che nel 1996 ha realizzato un fatturato consolidato pari a circa un terzo del volume di vendite dell'intero comparto (977 miliardi nel '96, in crescita del 10% rispetto al 1995, con la prospettiva di arrivare a 1.100 quest'anno). E' la strategia dell'azienda e quella di "crescere ancora, per coprire ogni fascia del mercato", spiega il direttore generale Giulio Cicognani, puntando sui grandi volumi di produzione per soddisfare la grande domanda dei mercati (soprattutto) orientali (la quota export del gruppo raggiunge il 90%). La politica di sviluppo, che ha portato sei nuove aziende nel gruppo Sacmi negli ultimi 18 mesi (Netzsch italiana, Moldes Ceramicos, Sama, Keram, Sacmi forni, Sacmi Sassuolo) "e destinata a continuare". Anche se, conclude il direttore, "le prossime aggregazioni dovrebbero coinvolgere settori, come il packaging, alternativi alla piastrella". Sempre a Imola, un'altra societa' cooperativa, la Cefla, sta invece ridimensionando la produzione di impianti per l'abbattimento di polveri e fumi per la ceramica. Il gruppo guidato dalla Cefla (220 miliardi fatturati nel 1996) e' impegnato in diversi settori (macchine per legno, arredamento per supermercati, automazione industriale) e "sta cercando di trasferire verso nuove tipologie produttive il proprio know how nell'abbattimento dei residui inquinanti - dichiara il responsabile del comparto depurazione Enzo Ripari - a causa del totale arresto del mercato ceramico". La Cefla rimane tuttavia leader nella realizzazione di impianti di cogenerazione, sebbene anche questo ramo, dopo il boom dei primi anni Novanta, stia ora pagando la crisi del settore ceramico. Leader negli impianti completi e "artisti" delle macchine ad hoc. Mantenere la leadership di mercato o affidarsi alla piccola dimensione per puntare sulla flessibilita'? Due strategie opposte. Eppure i casi della Omis e della Ipeg dimostrano come entrambe raggiungano l'obbiettivo di "distinguere" l'azienda dai concorrenti. "Ci riteniamo leader nel settore degli impianti completi per terzo fuoco, mono e bicottura, in particolare rispetto alle linee di smaltatura, di scelta e per la serigrafia". Chi parla e' Mara Martinelli, responsabile della direzione industriale della Omis di Sassuolo. "Da 37 anni siamo tra i primi grazie ai continui investimenti in ricerca", spiega Martinelli. Oggi l'azienda, che nel 1997 dovrebbe superare il fatturato del 1996 (36 miliardi), punta molto sulla serigrafia, sugli effetti speciali che decorano (anche) il gres porcellanato ("dandogli un aspetto "tipo legno", "spazzolato" o "marmorizzato""). Mentre sui mercati esteri (la quota export della Omis supera l'80%) l'obiettivo strategico e l'India. Un'azienda giovane, con solo dieci dipendenti, condotta da un imprenditore che conosce ogni segreto degli impianti per piastrelle. E la Ipeg, fondata da Mauro Poppi nel 1994 con l'intento di realizzare una struttura snella e ad alta tecnologia, in grado di produrre "macchine su misura per il cliente e quindi fuori dalla concorrenza". I risultati sono positivi: "Facciamo pochi impianti ma di grandi dimensioni e con un forte input di ricerca", sottolinea Poppi. "In questo modo abbiamo evitato la crisi di questo biennio e prevediamo di crescere nel 1998". La Ipeg (16 miliardi di fatturato realizzati nel 1996 e previsti per il 1997, con una quota export superiore all'80%) "e' un esempio di come anche una piccola azienda possa andare bene puntando sulla tecnologia ad hoc". "Se invece finira' la spinta innovativa dei piccoli imprenditori - conclude Poppi- c'e' il rischio che il settore si adagi sulla propria leadership. E che si ripeta quanto accaduto ai tedeschi nel 1964: sono spariti lasciando il posto a noi italiani".



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