Piu' tecnologia per il rilancio

Modena Mondo 30/9/97 pag.24

Il presidente all'Acimac Ivanno Ligabue afferma che occorre puntare su nuovi prodotti e sui mercati emergenti dell'Asia


Ivanno Ligabue, presidente dell'Acimac (Associazione costruttori italiani macchine attrezzature per ceramica), dopo avere archiviato un difficile 1996, per parlare di ripresa del comparto guarda gia' al 1998 e forse al 1999". Ma lo fa con ottimismo. Non nasconde l'esistenza dei problemi, e tuttavia indica con chiarezza le strade che consentiranno di ritornare a crescere: puntare sui nuovi prodotti di nicchia (gres porcellanato in testa) e sui mercati emergenti dell'Asia. E, soprattutto, per il presidente dall'Acimac, e' necessario investire in tecnologia per conservare la leadership mondiale. Un suggerimento che Ligabue rivolge anche ai produttori di piastrelle di Sassuolo. Quali sono le ragioni che hanno pesato di piu' sul calo del 1996, e che maggiormente potranno influenzare l'andamento di quest'anno e del 1998? "Occorre innanzi tutto distinguere, in quanto il calo forte si e' avuto sul mercato interno, mentre le esportazioni sono cresciute, anche se in misura contenuta. Resta il fatto, tuttavia, che il settore ceramico sta attraversando un momento non felice: e destinato a fare i conti con una crescente competizione internazionale e con sempre maggiori difficolta' di reperimento delle materie prime, specialmente feldspati e argille bianche. Di conseguenza, per quanto riguarda i costruttori di macchine per ceramica, il 1997 non sara' l'anno della ripresa. Secondo le previsioni la ripresa reale del settore potra' aver luogo dal 1998". Quali sono le imprese che piu' stanno risentendo del difficile andamento della piastrella valley? "La competizione globale sta mettendo a dura prova le aziende che hanno reti commerciali meno adeguate a coprire i mercati lontani e con strutture insufficienti ad affrontare i crescenti costi per la ricerca. Sono dunque le aziende piu' piccole quelle che hanno maggiori difficolta' nel continuare a innovare i propri prodotti. E che meno facilmente si sottraggono alla crisi della domanda interna. Chi viceversa e' riuscito a puntare sull'imitazione della pietra naturale, su prodotti avanzati e di nicchia a chi ha saputo aprirsi nuove strade in Oriente ha superato il 1996 senza troppi traumi". Puntare sulla tecnologia rimane quindi la strada principale per il rilancio? "La nostra tecnologia ci permette di essere primi al mondo. I nostri principali concorrenti, Spagna e Brasile, da questo punto di vista accusano evidenti ritardi. Ma in un certo senso dobbiamo dimenticarci la monocottura e avere la capacita' di conquistare nuovi settori, come avvenuto con il gres porcellanato. Chi ha seguito questo nuovo filone ha ottenuto risultati positivi nel 1996 e ha accumulato un notevole vantaggio sui concorrenti: non era infatti mai successo che gli spagnoli dormissero tanto nell'imitarci come sta avvenendo per questi prodotti. Tuttavia sono soprattutto le aziende ceramiche che devono rendersi conto che l'unica via per conservare la leadership mondiale a Sassuolo e realizzare piastrelle di alta qualita'. Abbandonando la strategia perdente di produrre a bassi costi piastrelle di bassa gamma".



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