Guardare oltre le piastrelle

Modena mondo 30/9/97 pag.24

Il comparto delle macchine per ceramica sta vivendo una fase di transizione.
Il 1996 si e' chiuso con un calo del volume d'affari del 3,9%. Quest'anno si prevede un lieve miglioramento, ma di ripresa si parlera' solo nel 1998.


Il peggio sembra passato, ma l'ordine e' ancora quello di navigare a vista per il settore macchine e attrezzature per ceramica. Perche' se vanno diradandosi le nubi di tempesta che hanno caratterizzato il 1996 provocando una discesa del volume d'affari complessivo da 3.237 a 3.111 miliardi (-3,9%), il 1997 non sembra tuttavia foriero di chiari segnali luminosi. Qualche segno di vitalita' c'e' stato, e' vero, e alcune aziende parlano anche di ripresa. Eppure il comparto, localizzato quasi interamente (circa l'80%) nell'area compresa tra Reggio Emilia, Modena e Bologna, nel suo insieme e' ancora alle prese con i problemi che hanno caratterizzato l'anno passato. Tanto da far slittare al 1998 le speranze di vera ripresa. Le difficolta' del settore originano principalmente dalla crisi del mercato interno (che nel 1996 ha chiuso addirittura con un -21,9%). Infatti, nonostante il comparto sia leader incontrastato nel mondo e possa contare su una quota export superiore al 70%, i produttori di macchine italiani restano pero' fortemente legati all'andamento del distretto ceramico sassolese, il che rende inevitabile la ricaduta sugli impiantisti delle persistenti difficolta' della piastrella. Difficolta' che, oltre alla rivalutazione della lira (con conseguente perdita di competitivita' estera) e alla cessazione degli effetti della legge Tremonti si traducono a tutt'oggi in grandi accumuli di scorte nei magazzini, prezzi in ribasso, crescente concorrenza e difficolta' di approvvigionamento delle materie prime. Senonche', anche i maggiori mercati esteri del comparto macchine per ceramica non hanno trovato nel 1997 lo spunto del rilancio. In Europa la ripresa rimane ancora una chimera, mentre l'estremo Oriente sta dando prova di estrema volubilita': Malaysia e Thailandia sono alle prese con una forte crisi monetaria, e per quanto riguarda la Cina, "cio' che accade in quel paese - parole del presidente dell'Acimac Ivanno Ligabue - resta assai difficile da comprendere e da prevedere". E' inoltre necessario sottolineare come il comparto delle macchine per ceramica presenta sempre piu' le caratteristiche di un settore maturo, ovvero: barriere all'entrata per nuove aziende, crescenti difficolta' nella caratterizzazione del prodotto, tendenza a creare aggregazioni aziendali in grado di coprire l'intera filiera. Cosi' il settore si deve confrontare con una delicata fase di ristrutturazione che ha portato nel 1996 a una forte contrazione del numero di aziende (179 contro le 210 del 1995) soprattutto tra quelle di piccola dimensione (quelle con fatturato inferiore ai 10 miliardi erano 173 nel 1994, 162 nel 1995, 136 nel 1996). Una riduzione dovuta, in parte a cessazioni, ma piu' spesso al fatto che le piccole e medie aziende o si sono rifugiate nella subfornitura, o sono state rilevate da imprese piu' grosse. Da qui un processo di aggregazione in gruppi che permette economie di scala commerciali e di convogliare nella ricerca le risorse necessarie a mantenere la leadership tecnologica. Ora, per un settore che ha fatto della poliedricita' il suo punto di forza e creativita', resta comunque ancora auspicabile che anche le imprese di minore dimensione riescano a mantenere il proprio spazio (e la propria tecnologia) nel mercato. Sembrano tre le strade per riuscirci, individuabili in base alle strategie adottate dalle aziende che meglio hanno superato l'ultimo biennio. In primo luogo e' indispensabile continuare a investire sulla ricerca e sullo sviluppo di prodotti nuovi (come avviene col gres porcellanato) o di nicchia. Inoltre, e' necessario cominciare a differenziare il proprio mercato di riferimento (adeguando, per esempio, il proprio know how al comparto laterizi) allentando in questo modo il legame tra la redditivita' dell'azienda e il ciclo economico delle piastrelle. In terzo luogo, alcuni esempi indicano come abbandonare la produzione in serie di impianti per mettersi a realizzare macchine ad hoc possa essere una scelta vincente anche per aziende con bassi fatturati. Questo, in attesa che i preannunciati contributi alle ristrutturazioni edili e l'eventuale ripristino delle agevolazioni agli investimenti (richieste con forza da Intermeccanica) ridiano fiato alla domanda interna.



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