"No all'aumento dell'Iva"

Modena mattina 1/10/97 pag.II

Il presidente di Assopiastrelle Angelo Borelli contesta la Finanziaria


"Non siamo contenti. Il governo non ha avuto lo stesso coraggio con cui ha attuato gli incentivi in altri settori". Cosi' Angelo Borelli presidente di Assopiastrelle che ieri ha promosso a Bologna un convegno su "nuove strategie per un mercato in evoluzione", in occasione della giornata inaugurale di Cersaie, fiera internazionale della ceramica per l'edilizia, presente il presidente di Confindustria Giorgio Fossa. La finanziaria presentata sabato da Romano Prodi non piace agli imprenditori delle piastrelle che pure molto feeling hanno sempre avuto col presidente del consiglio. Indigeste le aliquote Iva, insufficienti gli incentivi. "Se una detrazione d'imposta pari al 41% dei costi sostenuti in ristrutturazioni e' certamente utile - ha sottolineato Borelli - si presenta tuttavia macchinosa, poco visibile per il consumatore. Inoltre anziche' prevedere una riduzione dell'Iva per le ristrutturazioni al 4%, come a lungo auspicato e sollecitato da noi e da altre associazioni di Confindustria, la finanziaria porterebbe tale aliquota al 20%". "Per questo - ha detto ancora Borelli - chiediamo l'intervento del presidente Fossa proprio per le conseguenze negative per l'intera industria italiana delle costruzioni. Non solo infatti tali misure non aiutano a far emergere il sommerso ma non sono neppure in grado, aumentando i costi per i consumatori finali, di determinare quella rivoluzione di cui il comparto necessita. Per non parlare poi delle ipotesi di un aumento dell'aliquota Iva dal 16% al 20% per le piastrelle di ceramica e per gli altri materiali da costruzione. Questa e' inaccettabile e aggrava una situazione gia' difficile". Il settore occupa in Italia 32mila persone e sviluppa un volume d'affari di 8500 miliardi circa. L'andamento dell'ultimo periodo presenta peraltro, a detta del presidente di Assopiastrelle, "primi segnali concreti di ripresa". Afferma Borelli: "Queste indicazioni positive sono principalmente legate al fatto che le nostre esportazioni hanno ricominciato a crescere: nel primo semestre del 1997 l'export e' aumentato del 6-7%. E inoltre verifichiamo una ripresa delle posizioni proprio nell'Unione europea, in particolare Germania e Francia, nostri mercati tradizionali di sbocco, accanto ad altre conferme che provengono dagli Stati Uniti, dall'Asia e anche dall'Australia".



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