Cersaie si rimbocca le maniche

La Gazzetta di Modena 1/10/97 pag.16

Fossa ha inaugurato il salone dell'edilizia bolognese, spiragli di ripresa per il settore ceramico.
Meno sforzo e piu' impegno alla ricerca di nuovi sbocchi.


Con il taglio del nastro da parte del presidente di Confindustria Giorgio Fossa e' partita ieri l'edizione 1997 di Cersaie, salone dell'edilizia e arredobagno, la piu' grande e importante vetrina mondiale per la piastrella di ceramica. Su questo Cersaie gli imprenditori contano particolarmente, per fugare finalmente i brutti segnali di stallo che accompagnano la ceramica ormai da un paio di anni. Una fiducia nel futuro parzialmente riacquistata ha accompagnato l'inizio di questa edizione, con l'Europa che si avvicina, i mercati finanziari che rispondono bene (testimonianza il +7% delle azioni Ricchetti) e qualche incentivo all'edilizia da parte del governo. Sara' un'impressione, ma la necessita' di "rimboccarsi le maniche" si respira anche negli stand, meno sfarzosi e piu' centrati sul prodotto da mostre, con venditori schierati e agguerritissimi. In attesa che si sviluppi la battaglia sulle produzioni, che quest'anno sembra proprio che sara' incentrata sul miglior modo di produrre il gres porcellanato (semplice o smaltato) come tradizione l'apertura del convegno spetta alle parole degli uomini guida del settore e del mondo industriale, Angelo Borelli, neo presidente di Assopiastrelle, era molto atteso al suo primo discorso al Cersaie, come del resto lo era Giorgio Fossa, presidente di Confindustria che proprio in questi giorni sta trattando sulla manovra finanziaria. Borelli non ha nascosto i problemi della ceramica italiana, quelli che ormai tutti conoscono: costi eccessivi, avversari avvantaggiati, mercati principali in frenata (quelli dell'Europa). Ma la preoccupazione numero uno e'
per la globalizzazione dei mercati, che riducendo le differenze con la moneta unica, accentuera' la concorrenza con paesi che godono di notevoli vantaggi
sull'Italia, per costo di materie prime, servizi e soprattutto costo del lavoro. "L'unica strada immediata - ha detto Borelli - e' quella di aumentare il nostro impegno nei prodotti dalle caratteristiche idonee per utilizzi nuovi, arredo urbano ed aree esterne". La ceramica insomma deve cercare nuovi ambiti produttivi, nuove zone della citta' in cui collocare piastrelle, anche perche' a quanto pare il mercato delle ristrutturazioni non l'aiutera'. Gli incentivi decisi dal governo in questo senso infatti sono ben diversi di quelli regalati al mercato dell'automobile. Per una macchina nuova due milioni di sconto subito, per la casa vecchia 41% di detrazione d'imposta sui costi sostenuti, da diluire in piu' anni. "Un vantaggio - ha detto Borelli - troppo difficile da cogliere per la gente, macchinoso e non immediato, mentre l'Iva per le ristrutturazioni, che si auspicava venisse portato al 4% con la nuova finanziaria sembra che andra' addirittura al 20%. Inaccettabile". Su questo punto Borelli non ha trovato l'appoggio di Fossa: "Noi abbiamo chiesto una finanziaria basata sulle imposte indirette anziche' dirette - ha detto - e ora coerentemente accettarla. Chiederemo pero', al governo la stessa coerenza in sede di contratti di lavoro, dove abbiamo concordato aumenti non superiori al 2% nei prossimi tre anni. Qui dovranno appoggiarci anche quando i sindacati si opporranno". In chiusura Fossa non si e' sottratto all'atteso commento sulla finanziaria e sulla possibile crisi. "Guai a quel partito politico - ha detto - che vanifichera' gli sforzi degli italiani per entrare in Europa preferendo la crisi per tornaconto elettorale. Guai anche a quel governo che snaturera' una finanziaria sotto certi aspetti innovativa in nome della sua stabilita'".



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