Cersaie, subito la guerra dell'Iva

Il Resto del Carlino 1/10/97 pag.15

Ceramica in Fiera a Bologna. Borelli (Assopiastrelle): "Finanziaria deludente".
"Inaccettabile l'aumento al 20%". Segnali di ripresa dell'export: "Ma serve un sistema - Paese efficiente".


Bologna - Dopo un anno di stagnazione, riparte il Cersaie e Piastrella Valley ci punta sopra. Il nuovo presidente di Assopiastrelle, Angelo Borelli, da' un buon annuncio: le esportazioni, da sempre linfa vitale delle imprese del comprensorio modenese-reggiano, hanno ricominciato a crescere: nel primo semestre '97 del 6-7 per cento. La ripresa e' particolarmente evidente in Germania e Francia, tradizionali mercati di riferimento e di sbocco della produzione italiana (6mila miliardi netti di attivo commerciale per la nostra bilancia dei pagamenti). Insomma, dopo un '96 grigio, la ripresa delle vendite torna a farsi sentire e a ridare nuova fiducia agli operatori. Si attendeva pero' a Sassuolo e dintorni
(554,5 milioni di metri quadrati di ceramica prodotti per un fatturato di 8.133 miliardi nel 1996, 330 imprese e 31.507 addetti) un chiaro segnale dal governo con gli incentivi per l'edilizia e qui bisogna dire che le misure contenute nella manovra (detrazione d'imposta pari al 41% dei costi per le ristrutturazioni) vengono sonoramente bocciate dai produttori di piastrelle di ceramica. "Ci voleva piu' coraggio", ha polemizzato Angelo Borelli, accusando il governo di non avere avuto per l'edilizia lo stesso coraggio con cui ha attuato gli incentivi in altri settori (vedi rottamazione per auto e moto). "La detrazione d'imposta del,41% e' certamente utile - ha detto - ma si presenta tuttavia macchinosa e non immediata". Gli imprenditori del settore lamentano inoltre l'aumento dell'aliquota Iva dal 4 al 20% per le ristrutturazioni edili e giudicano "inaccettabile" l'ipotesi di un aumento del1' Iva dal 16 al 20% per le piastrelle di ceramica. Insomma la Finanziaria piace agli imprenditori della ceramica assai meno che al loro presidente confederale Fossa che ieri, come ospite d'onore all'inaugurazione di Cersaie, ha dato atto della coerenza della manovra governativa rispetto al Dpef e all'ingresso nell'Euro anche se ha chiesto interventi piu' strutturali soprattutto per la previdenza. E sull'aumento dell'Iva, Fossa ha risposto a Borelli: "E' un aumento difficile da digerire, lo so, pero' andava fatto per coerenza con i partners europei. E poi per anni abbiamo chiesto di spostare la pressione dalle imposte dirette a quelle indirette. E oggi io, che ho criticato tante volte Ciampi, dico che ha ragione". Fossa ha comunque detto che anche altri fattori vanno tenuti sotto controllo, come il costo del lavoro "che non deve crescere piu' del 2% nei prossimi tre anni, come e' scritto nel Dpef. Coerenza per coerenza, chiamero' in causa Ciampi quando i sindacati si rifiuteranno". Borelli ha parlato a lungo della globalizzazione dei mercati "un rischio e, insieme un'opportunita' da cogliere") e ha insistito sull'esigenza che le imprese del settore facciano 'sistema', per far fronte alla crescente concorrenza estera, e si potenzi l'immagine della ceramica italiana a livello mondiale. L'Italia resta il primo produttore mondiale di piastrelle ma abbiamo sul collo il fiato degli spagnoli e dei paesi emergenti (Turchia, Portogallo) e per esportare non si potra' piu' giocare sul tasso di cambio e sulla lira debole. Quindi? "Quindi ci sono nuovi mercati da sondare - Usa, SudAmerica, Asia - e gli imprenditori sono pronti a lanciarsi ma bisogna che la classe politica smetta di considerare le imprese come una risorsa da sfruttare e non da coltivare. Serve una pubblica amministrazione efficiente e una politica (fiscale, del lavoro, creditizia, delle infrastrutture, dei servizi) che agevoli il sistema delle imprese nel suo complesso". E basta con gelosie e diffidenze: "Dobbiamo abituarci a lavorare all'estero anche con imprese italiane non del nostro settore". L'Europa, forse, e' anche questo.



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