Gli imprenditori della ceramica sono critici sulle 35 ore di lavoro

La Gazzetta di Modena 15/10/97 pag.18

L'accordo di governo sara' anche fatto, ma il prezzo e' troppo alto secondo gli industriali della ceramica, che condividono appieno le lamentele del presidente di Confindustria Giorgio Fossa. Alla fine sembra infatti che Bertinotti abbia strappato in cambio del voto sulla finanziaria la riduzione a 35 ore di lavoro settimanali per legge (dal 2002). Secondo il leader di Rifondazione questa soluzione creerebbe posti di lavoro. Secondo Franco Vantaggi, direttore di Assopiastrelle, proprio no. "Una soluzione simile - dice - porterebbe solo grandi problemi a tutto il mondo industriale, riducendo la competitivita' delle nostre aziende, gia' compromessa da un alto costo del lavoro attuale. Noi abbiamo gia' fatto numerose concessioni. Nel nostro settore abbiamo i doppi turni e il ciclo continuo che riducono le ore effettive di lavoro. Le 35 ore per legge pero' vorrebbero dire un aumento del costo del lavoro di piu' del 10% per l'industria italiana. E non porterebbero nuova occupazione, anzi qualche disoccupato in piu', lasciato a casa dall'azienda fallita per non aver potuto sopportare questi costi aggiuntivi. O questa diventa una misura mondiale o e' inaccettabile". Secondo Paolo Gambuli, direttore di Acimac (associazione dei produttori di impianti ceramici) "al di la' degli effetti rovinosi sulla nostra industria, si tratta di un provvedimento insensato perche' non portera' i risultati sperati. E' figlio di un'idea superata della grande industria. Attualmente l'industria italiana e' prevalentemente piccola e ridurre l'orario di lavoro per legge toglie ancora quel poco di flessibilita' organizzativa che le e' necessario per sopravvivere. Inoltre la disoccupazione e' al sud, dove non ci sono aziende e un provvedimento simile non serve a niente. Non e' detto che in questo caso la Francia sia un esempio da seguire". Perplesso anche Claudio Lucchese, presidente del gruppo Florim: "Oggi e' un'idea impossibile. Forse in futuro sara' attuabile, perche' la storia insegna che le ore di lavoro sono sempre andate calando. Attualmente comportera' solo ulteriori privilegi per gli occupati e penalizzera' ancora i disoccupati".



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